Torna l’atteso appuntamento con “Te al Centro”, il format video targato NoiEnergia che di volta in volta ospita personalità ed eccellenze del territorio. Come in una chiacchierata tra amici nel salotto di casa, vogliamo farvi conoscere meglio storie appassionanti e di successo, racconti positivi che siamo sicuri lasciano il segno.
In questa nuova punta rimaniamo in ambito squisitamente artistico, nello specifico musicale, e con Saverio Bufi, direttore commerciale di NoiEnergia, abbiamo conversato piacevolmente con Sara Allegretta. Soprano, docente, artista ma soprattutto una donna dalla grande personalità; il suo talento l’ha portata a calcare i palcoscenici di tutto il mondo, il suo canto le ha aperto le porte dei teatri più prestigiosi, la sua incessante ricerca musicale e artistica l’ha spinta sempre oltre, ma il suo legame con la sua città rimane indelebile e sempre vivo. È a Molfetta che inizia il suo percorso formativo, curiosamente in ambito economico e commerciale, con materie più tecniche che però non le hanno ostacolato di portare avanti parallelamente i suoi studi in conservatorio. «Rispetto a quella formazione tecnica e più impostata, la musica ha sempre allargato i miei orizzonti, inizialmente mi dava la possibilità di approfondire la letteratura che è stato uno dei grandi amori del periodo scolastico anche in virtù di docenti eccezionali che ho avuto», conferma Sara che nel corso dell’intervista si è raccontata ripercorrendo anche la sua vita come un piacevole romanzo di formazione. Proprio quella formazione che le ha dato sicurezza personale e grinta per intraprendere poi una carriera costellata di successi, un’attività lunga trent’anni impossibile da riassumere; così come è difficile da descrivere la luce nei suoi occhi quando ripensa all’emozione di esibirsi al Teatro alla Scala di Milano o al Festival di Salisburgo, luoghi di consacrazione per eccellenza per un artista. «Vivo quei momenti con particolare emozione personale», ci racconta, «ogni volta che intraprendo una produzione in un teatro diverso mi piace vivere la città, ad esempio nel tragitto per raggiungere il teatro per catturare l’emozione, per sentirmi del posto in cui mi esibisco. E sicuramente non scorderò mai il giorno della prima alla Scala, quando ho voluto prendere l’autobus per appropriarmi di un senso di normalità, per ridimensionare tutto prima del grande debutto. Forse in quell’occasione ho anche pianto». Per ogni viaggio, per ogni teatro visitato c’è sempre però il dolce ritorno a casa, a Molfetta, tra gli affetti familiari, ma con la voglia e l’entusiasmo di trasmettere qualcosa al territorio e farlo conoscere al di fuori dei propri confini. Così, grazie al suo ruolo di docente presso il Conservatorio di Bari, ha per molti anni organizzato masterclass di giovani cantanti provenienti soprattutto dalla Russia, creando con quel Paese un ponte solido per veicolare e far incontrare due culture; tutto questo prima che la pandemia fermasse questo flusso bidirezionale nel segno della musica.